Filiera

Bagna il bicchiere di vetro con un po’ di acqua fredda, inizia a versare la birra e fai attenzione a formare uno strato di schiuma consistente. Senti il profumo del malto? O prevale quello del luppolo? È ad alta o bassa fermentazione? Per conoscere la risposta a queste domande è necessario fare un passo indietro e scoprire il percorso che dal chicco ci porta al bicchiere.

La produzione del malto

Il punto di partenza è la produzione del malto tramite il processo di germinazione. L’orzo, o il tipo di cereale scelto per produrre la birra (mais, riso, grano) viene immerso nell’acqua a macerare e una volta inumidito a sufficienza viene fatto germinare. Appena il cereale sviluppa il germoglio viene essiccato e tostato: il malto così è pronto.

 

L’ammostatura

Questo è il momento in cui si “cucina” la birra. L’orzo maltato, infatti, dopo essere stato macinato, viene unito all’acqua portata poi ad ebollizione in una caldaia. Il liquido che si forma si chiama mosto: un composto enzimi, zuccheri, proteine e altre sostanze. Il caratteristico sapore amarognolo della birra è conferito dall’aggiunta del luppolo proprio in questa fase di lavorazione.

La fermentazione

Terminata la cottura si aggiunge il lievito. Si tratta di un passaggio fondamentale perché si va a determinare il tipo di birra prodotta: ad alta o a bassa fermentazione. Alta e bassa fanno riferimento alla temperatura in cui i lieviti sviluppano al meglio la loro fermentazione. Come è facile immaginare, le birre tradizionali sono generalmente quelle ad alta temperatura (un tempo era più complesso refrigerare grandi quantità di mosto): bevande corpose, con un deciso grado alcolico, dal gusto intenso e aromatico. Con la bassa fermentazione invece si sviluppa una birra con una maggiore quantità di anidride carbonica, una consistenza più leggera e un gusto più fragrante e beverino.

L'imbottigliamento

La fase finale è quella della maturazione e dell’imbottigliamento, a cui solitamente si aggiunge un processo di filtrazione e pastorizzazione. Alcune birre, infatti, vengono portate a una temperatura di 60° per alcuni minuti in modo da eliminare la carica batterica che potrebbe essersi formata. La birra pastorizzata e filtrata acquista poi un aspetto limpido e il caratteristico colore brillante.  Le birre non filtrate e non pastorizzate invece mantengono al loro interno le tracce dei lieviti, che conferiscono alla bevanda un colore torbido.

Ora la birra è pronta per essere degustata!